Nonostante l'ernia discale una vita da campione internazionale di pallavolo.

I ritmi di allenamento a cui è sottoposto un pallavolista professionista non sono molto diversi da altri sport. Io ho sempre sofferto di problemi alla schiena e solo con l’osteopatia combinata con un buon lavoro fisico sono riuscito a mantenere in equilibrio il mio corpo.”

Pallavolista, uno dei migliori palleggiatori in Italia e nel mondo, per oltre un decennio colonna della Nazionale italiana di Volley. Miglior palleggiatore della World League nel 2002 e Miglior palleggiatore della Champions League nel 2008. Ha vinto con Macerata due Coppe Italia e una Champions League, nel 2009 ha condotto il Piacenza alla vittoria dello suo primo storico scudetto.

I ritmi di allenamento a cui è sottoposto un pallavolista professionista non sono molto diversi da altri sport. La vera differenza sta nella traumaticità del movimento tecnico e nell’impossibilità di prevedere la durata della gara. Per far comprendere meglio questo elemento, basti pensare che il Volley è uno sport in cui è impossibile programmare l’allenamento in base alla durata dell’evento, visto che una partita può durare da un’ora alle 2 ore e 30. Se poi consideriamo che mediamente un giocatore pesa dai 90 ai 100 chilogrammi e che pratica circa 100 salti massimali ad allenamento, ogni giorno, si può facilmente intuire a quali sollecitazioni il suo corpo sia sottoposto. Qualche esempio? Settimanalmente si praticano 6 allenamenti tecnici e 2 sedute pesi.

Questo può far comprendere quanto lo sforzo atletico riesca a stressare il fisico, cosa che per uno sportivo professionista dura molti anni consecutivamente. Oggi che so che discipline come l’osteopatia hanno il grande pregio di aiutare a guardare oltre il problema di un momento e a cercarne la causa per ottenere la sua soluzione definitiva piuttosto che il semplice sollievo temporaneo, una “guarigione” fine a se stessa. Ho conosciuto l’osteopatia fin dal 1996 quando giocavo nella Lube Macerata. Con la squadra collaborava un osteopata molto bravo che faceva parte dello staff della squadra nazionale di Volley, ma in Italia, in quegli anni, l’osteopatia era ancora era poco conosciuta e c’era molta diffidenza intorno alla sua pratica.

Ho avuto la fortuna di conoscere il dottor Lamarche nel 2004. In quella stagione giocavo a Padova e il nostro preparatore atletico collaborava con il suo studio. Dopo quel’incontro ho avuto altre occasioni di farmi visitare da lui e a distanza di anni si è sempre dimostrato, oltre che un professionista alla continua ricerca di nuovi approcci, molto disponibile anche quando, visti i miei ritmi, mi capitava di contattarlo all’ultimo momento.

Io ho sempre sofferto di problemi alla schiena e solo con l’osteopatia combinata con un buon lavoro fisico sono riuscito a mantenere in equilibrio il mio corpo, condizione che mi ha permesso ancor oggi, a 39 anni, di giocare ai massimi livelli. Mai, infatti, avrei pensato quanto la mente e il corpo viaggino a braccetto, come un problema avvertito al collo possa, in realtà, dipendere da un piede o quanto un’esperienza passata possa influire sulle tensioni muscolari attuali.

Marco Meoni

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