Il 2021 è iniziato sotto i migliori auspici almeno per quel che riguarda la scienza. L’approvazione del vaccino anti Covid da parte dell’Ema prima e della Aifa poi ha finalmente dato avvio alla campagna di vaccinazioni anche qui in Italia.
Un primo passo importate passo verso la fine della pandemia. Subito, però, sono emerse posizioni contrastanti in merito al vaccino. Tralasciando i no-vax convinti, sono tante anche le persone comuni che hanno manifestato seri dubbi sulla validità del vaccino e sulla sua sicurezza, in special modo per le tempistiche con cui è stato approntato.
Perché il vaccino anti-Covid è sicuro
Vediamo in primo luogo perché il vaccino anti-Covid è sicuro. Secondo quanto indicato dall’Organizzazione Mondiale per la Sanità ogni farmaco può avere degli effetti collaterali, ma questo non significa che non sia sicuro. Non esistono al mondo farmaci né tantomeno vaccini privi di possibili effetti collaterali. Il compito dell’OMS è di approvare farmaci e vaccini sicuri, in cui il rapporto fra effetti indesiderati e benefici è notevolmente a favore di questi ultimi.
L’approvazione arriva sempre dopo un serrato trial che nel caso del vaccino anti-Covid è stato più breve per poche ragioni facilmente verificabili.
- La ricerca di fondi che in genere può impiegare fino a 3 anni è stata ridotta praticamente a zero: aziende di ogni parte del mondo hanno stanziato immediatamente i fondi necessari per la ricerca.
- Ospedali e cliniche universitarie hanno dichiarato la disponibilità a ospitare le sperimentazioni diminuendo di altri 2 anni i tempi tecnici in genere molto più lunghi.
- Inoltre, la tecnologia impiegata (quella del mRNA) era già conosciuta poiché utilizzata nella ricerca relativa a SARS e MERS e quindi ha ulteriormente ridotto i tempi di ricerca che potevano spingersi fino a 5 anni.
- Non dimentichiamo poi che le tre fasi di sperimentazione clinica del vaccino sono avvenute in contemporanea.
- Infine, gli organi competenti hanno dedicato risorse ed energie immediate per la valutazione dei dati forniti dalle compagnie farmaceutiche, in modo da rendere il vaccino disponibile il prima possibile per sconfiggere la pandemia.
Perché è importante vaccinarsi se si soffre di dolore pelvico cronico
Vediamo ora perché è importante vaccinarsi se si soffre di dolore pelvico cronico, o se si hanno problematiche croniche anche in relazione alla pelvi.
Non esistono dati statistici che indichino una maggior incidenza dell’infezione da Covid-19 in pazienti con patologie croniche.
È, però, un dato ampiamente diffuso che fra i sintomi più comuni del Coronavirus ci sono forti dolori alle articolazioni, che in taluni casi impediscono perfino di riposare e che in un numero considerevole di pazienti si protraggono anche dopo la negativizzazione dei tamponi.
Questo particolare aspetto unitamente al fatto che per molti pazienti in presenza di una sintomatologia lieve la terapia per guarire dal Covid prevede la somministrazione di antinfiammatori e antipiretici capiamo bene quanto sia importante prevenire l’infezione, mettendo in atto tutte le precauzioni possibili.
Le persone affette da patologie pelviche croniche, infatti, potrebbero veder peggiorare la loro situazione proprio a causa dei farmaci assunti che potrebbero compromettere la flora intestinale (e causare quella che viene chiamata disbiosi) o ancora per l’interruzione di terapie fisioterapiche durante il periodo di positività al Covid.
Possibili conseguenze in malati cronici
Poniamo il caso di un paziente che stia seguendo un iter terapeutico comprensivo di sedute fisioterapiche o di riabilitazione posturale e vediamo le possibili conseguenze in malati cronici in presenza di Covid.
A causa della positività al Covid, anche in assenza di sintomi o con una sintomatologia lieve, si vedrebbe costretto a interromperle per un periodo imprecisato, ovvero fino alla negativizzazione.
In questo paziente potrebbe, infatti, presentarsi un riacutizzarsi del dolore pelvico cronico oltre che un generale peggioramento della sua condizione dovuto allo stop della terapia.
Sappiamo bene che i pazienti affetti da dolore pelvico cronico convivono quotidianamente con un costante peggioramento della qualità della vita, per questo prevenire l’insorgere di ulteriori patologie fra cui anche il Covid è un atto di buon senso.
Un consiglio valido per tutti è di rivolgersi al proprio medico curante per chiarire qualunque dubbio in relazione alla vaccinazione, per essere consapevoli e informati, perché la nostra salute passa anche, e soprattutto, da noi!