Terapia del dolore: la necessità di andare “oltre”.

Terapia del dolore la necessità di andare oltre

Per il 2023 la IASP®, International Association for the Study of Pain, ha identificato come tema per la campagna di sensibilizzazione sulle problematiche del dolore “la terapia integrata nella cura del dolore”. 

Un argomento motivato dalla sempre maggiore consapevolezza degli addetti ai lavori dell’impatto crescente del dolore cronico sulla sanità pubblica con conseguenti ricadute per la società, per il sistema sanitario e soprattutto per i pazienti. Un passo molto importante verso una nuova consapevolezza medica, che guarda a raggiungere il benessere del paziente e non solo a “sconfiggere” la malattia. Particolarmente significativo che avvenga un anno prima del cinquantesimo anniversario dell’associazione, quasi a voler chiudere un ciclo con una prospettiva medica che sicuramente è ben diversa dalla visione di quando IASP è nata, nel lontano 1974. Allora, la terapia del dolore era bollata negli ospedali come “cura palliativa”, una sorta di “atto caritatevole” nelle situazioni in cui non c’era più nulla da fare. 

Per fortuna, questa visione è cambiata.

Sempre più medici specialisti in medicina del dolore si interrogano su come migliorare la qualità della vita di pazienti che convivono quotidianamente con il dolore, in particolare quello afferente a patologie che non hanno un decorso a breve termine. Malattia cronica significa dolore cronico, spesso invalidante, con conseguenze molto invasive sulla qualità della vita. 

Tuttavia, spesso l’origine del dolore si deve a situazioni complesse, che originano da una serie di disfunzioni fra gli apparati del corpo umano, come la sindrome da dolore pelvico cronico, che si presenta con una serie di sintomi diffusi, spesso fortemente invalidanti, su cui agiscono fattori sociali, psicologici e naturalmente comportamentali.

Proprio la natura complessa di tali manifestazioni dolorose rende necessario un approccio multidisciplinare integrato, in grado di mettere insieme competenze specialistiche psicologiche e relazionali, in modo da identificare in tempi brevi la diagnosi e una consequenziale terapia personalizzata e calibrata sulle esigenze specifiche del singolo paziente.

La terapia integrata nella cura del dolore cronico parte dal presupposto che non basta un medicinale per guarire ma che il dolore cronico necessita di un approccio integrato in cui convergano terapie farmacologiche, fisioterapiche, psicologiche, alimentari. 

Un approccio che si basa in primo luogo sulla profonda comprensione del paziente e delle sue specificità, che lo facciano sentire compreso e rispettato nel manifestare il proprio disagio, senza sentirsi giudicati. Anzi mettere il paziente al centro consente di renderlo proattivo nel percorso di terapia, migliorandone l’aderenza e di conseguenza anche l’efficacia.  

Al Centro della Pelvi Malaguti Lamarche siamo stati pionieri nell’accogliere quest’approccio, sin dall’anno della fondazione, ovvero il 2008: ben 15 anni fa! 

La cura integrata per il dolore pelvico cronico può consentire di individuare trattamenti personalizzati, che modulino farmaci, terapie manuali, fitoterapia, dieta e terapia comportamentale e psicosociale. Siamo stati tra i primi in Italia a unire Medicina e Osteopatia in un’unica visione terapeutica (suscitando, all’epoca, non poche perplessità tra le due “fazioni”). E senza dare nulla per scontato, ma anzi accogliendo il contributo di terapie complementari di provata efficacia, come quelle provenienti dalla medicina cinese (Agopuntura, in primis) opportunamente tradotte all’interno del paradigma medico occidentale.

 Una prospettiva che mette il paziente al centro del percorso terapeutico come protagonista attivo, e non solo come “oggetto” della cura. Una prospettiva che ci ha portato a guarire migliaia di pazienti che in questi anni si sono rivolti a noi, magari dopo mesi di dolori a cui l’approccio classico della medicina allopatica non sapeva dare spiegazioni. A volte, addirittura anni. Il 75% dei nostri pazienti supera i sintomi dolorosi già nei primi 3 mesi di terapia, recuperando motivazione e gioia di vivere, come si legge in molte delle nostre testimonianze. 

Vedere la IASP, l’Associazione Internazionale per lo Studio del Dolore, aprirsi a questa stessa prospettiva ci incoraggia a continuare in quella che, lo sappiamo, diventerà la cultura medica delle nuove generazioni. 

Sul sito dell’associazione, si legge a chiare lettere che gli obiettivi specifici per il 2023 sono: 

  • aumentare la consapevolezza a livello mondiale di medici, scienziati e pubblico sull’importanza della terapia del dolore integrativa; 
  • delineare le conoscenze e le incognite della terapia del dolore integrativa;
  • fornire una panoramica dei trattamenti disponibili da integrare nella terapia del dolore integrativa;
  • fornire idee sull’implementazione della terapia del dolore integrativa nella routine clinica quotidiana;
  • discutere le barriere e i facilitatori della cura del dolore integrativa;
  • fornire idee per la progettazione di studi clinici efficaci ed efficienti per la cura del dolore integrativa;
  • fornire esempi reali dei benefici sinergici degli approcci integrativi per i pazienti affetti da dolore.

E aggiunge: “Considerando il peso sempre crescente del dolore cronico, è chiaro che gli attuali modelli di cura utilizzati per la gestione e il trattamento del dolore sono spesso inefficaci nell’affrontare il problema clinico. Poiché il dolore cronico è complesso e meglio concettualizzato in un quadro bio-psico-sociale, è meglio affrontarlo integrando diversi approcci di gestione e trattamento”.

Non avremmo saputo dirlo meglio!

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