In molti casi i pazienti affetti da sindrome del dolore pelvico cronico impiegano troppi anni per giungere ad una diagnosi certa. Tali ritardi influiscono in maniera significativa sul peggioramento della qualità della vita, con ricadute emotive e psicologiche. Una diagnosi precoce è, invece, auspicabile per favorire una completa guarigione ed evitare ricadute.
Sindrome da dolore pelvico cronico: cos’è?
Si definisce sindrome da dolore pelvico cronico una complessa sintomatologia dolorosa diffusa in tutta la parte bassa dell’addome, l’area della pelvi, e non riconducibile ad una patologia o disfunzione di un singolo organo: tale dolore ha un’origine multifattoriale.
Il dolore viene definito cronico poiché si ripresenta a intervalli regolari, spesso nonostante le terapie farmacologiche e coinvolge una zona delicata del corpo dove trovano spazio organi interni, ossa, muscoli, nervi e tessuto fasciale.
La sindrome è per sua natura complessa perché spesso implica nel paziente la percezione di sintomi, anche dovuti a diverse patologie, in organi o apparati non contigui fra loro. Proprio per questo le sindromi sono più difficili da diagnosticare e di conseguenza da curare.
Statisticamente la sindrome da dolore pelvico cronico colpisce sia uomini sia donne e ha spesso una causa traumatica scatenante che può manifestarsi anche molti anni dopo.
Dolore pelvico cronico: i sintomi
I sintomi del dolore pelvico cronico si manifestano come un dolore ricorrente, continuo e persistente nella zona dei genitali, inguinale, sacrale o basso ventre. Spessoin associazione a problemi durante la minzione o l’evacuazione, l’attività sessuale o la semplice attività motoria e possono peggiorare in determinate posizioni.
Tali sintomi vengono segnalati dal paziente ma non trovano un riscontro oggettivo dal punto di vista fisiologico: nel paziente, quindi, non vengono riscontrate infezioni, fratture o altre patologie riconducibili ad un organo.
Proviamo a fare un esempio. Una donna manifesta un dolore persistente nella zona sacrale che si accentua dopo aver riposato in posizione supina: questo può essere il segnale di dolore pelvico cronico. La paziente arriva da noi dopo aver visto alcuni specialisti e aver fatto esami approfonditi dai quali non è emerso alcun problema fisiologico. Il rischio è che il disturbo della paziente venga liquidato come psicosomatico.
Perché è importante una diagnosi precoce di dolore pelvico cronico
I casi di pazienti affetti da dolore pelvico cronico sono molto complessi, poiché agli effetti patologici del dolore ricorrente, e talvolta invalidante, si associano le ricadute emotive e psicologiche. In questi casi è fondamentale una diagnosi multidisciplinare.
I pazienti in attesa di una diagnosi di dolore pelvico cronico spesso aspettano anni: i vari specialisti che inizialmente vengono contattati tendono, infatti, a concentrarsi sul singolo apparato o organo, alla ricerca di una causa organica, attraverso esami e approfondimenti, che implicano tempi lunghi e costi non sempre coperti dal Servizio Sanitario Nazionale.
Molti pazienti lungo questo calvario si sentono isolati e non compresi, poiché medico dopo medico si sommano i pareri che confermano l’assenza di cause organiche al loro dolore. Ma il loro dolore è reale, è invalidante e peggiora di molto la qualità della vita. Arrivare ad una diagnosi precoce potrebbe rendere più efficaci i trattamenti e in molti casi evitare l’assunzione di medicinali, soprattutto in relazione alle ricadute psicologiche o emotive.
Non mancano, infatti, le prescrizioni di ansiolitici o antidepressivi per contrastare il dolore, ma l’unica soluzione possibile è avere una diagnosi certa e da lì partire per costruire un piano terapeutico completo, che porti alla cessazione del dolore attraverso la cura della vera causa.
Come raggiungere una diagnosi certa? Con un’attenta anamnesi che valuti da quando è insorto il dolore, con che modalità si presenta, con quale periodicità, se peggiora in determinati contesti ma che comprenda anche una contestualizzazione delle abitudini e dello stile di vita del paziente. Ovviamente non mancheranno gli accertamenti diagnostici che spesso sono già stati prescritti svariate volte da più medici.
Per continuare col nostro esempio: la paziente in fase di anamnesi ci racconta che una decina di anni fa ha subito una caduta durante un’arrampicata in montagna. Nulla di grave a detta sua, una botta al coccige: anche le lastre prescritte dal medico curante non avevano evidenziato fratture o altro.
Quel trauma, però, potrebbe aver innescato un atteggiamento posturale errato in risposta al dolore e tale atteggiamento potrebbe essersi protratto ben più a lungo, andando a comprometterne la postura, con implicazioni al sistema nervoso periferico.
Tale disfunzione posturale e la compromissione del sistema nervoso è la causa del dolore pelvico cronico con cui la paziente convive da molti anni. Potrebbe essersi instaurata una particolare condizione patologica, la neuropatia del nervo pudendo, molto difficile da diagnosticare per cui si rende necessario un esame diagnostico specifico, lo studio neurofisiologico pelvi-perineale. A seguito di diagnosi di nevralgia del pudendo, in casi molto gravi, potrebbe essere necessaria una correzione chirurgica.
Terapia per il dolore pelvico cronico
Una volta arrivata la diagnosi l’approccio integrato risulta essere quello più indicato per una terapia efficace e risolutiva per il dolore pelvico cronico. L’intervento di professionisti che introducono competenze diverse pone le basi per una cura che consenta al paziente di eliminare la causa che provoca il dolore, ritrovando il benessere e imparando le best practise per evitare le ricadute.
La paziente del nostro esempio necessiterà di una prima visita con un neurologo per valutare lo stato di compromissione del sistema nervoso periferico. In seguito, potrebbe essere utile un percorso terapeutico integrato di fisioterapia e osteopatia per riequilibrare la postura.
Infine, alla paziente verranno consigliati specifici esercizi di allungamento e il prosieguo dei trattamenti manipolativi osteopatici per aiutare a distendere la zona interessata, favorendo il ripristino delle funzionalità e riducendo a mano a mano il dolore.
Dolore pelvico cronico: dalla corretta diagnosi alla cura col Metodo Malaguti Lamarche
Il dolore pelvico cronico ha per sua natura una dimensione bio-psico-sociale ancora prima che fisiologica. Al centro della Pelvi abbiamo studiato un approccio transdisciplinare, che accoglie il paziente e lo segue dalla diagnosi alla terapia, grazie ad una presa in carico a 360°.
Negli ultimi 20 anni abbiamo aiutato oltre 7000 pazienti a individuare la causa del dolore e a guarire. Le loro testimonianze sono la nostra più grande soddisfazione.
La diagnosi multidisciplinare e un piano terapeutico personalizzato e individuale sono i nostri punti di forza. Fin dalle prime sedute i pazienti dichiarano una diminuzione del dolore e un graduale ma costante recupero di tutte le funzionalità fino al ritorno ad una completa qualità di vita.
Se soffri di dolore pelvico cronico oppure non hai ancora una diagnosi ma vedi peggiorare la qualità della vita giorno dopo giorno contattaci. Prenota una visita al Centro della Pelvi. Guarire dal dolore si può, occorre solo prenderne coscienza e fare il primo passo.