Dolore pelvico un problema anche per l’uomo
Si sente più spesso parlare di dolore pelvico in chiave femminile, poiché le statistiche confermano che le donne sono maggiormente colpite, ma non mancano i casi di dolore pelvico anche per l’uomo. Si tratta spesso di manifestazioni dolorose che se trascurate per un lungo periodo possono diventare altamente invalidanti.
Per sua natura l’universo maschile è più restio a contattare il medico in caso di problemi fisici, soprattutto quando questi sono riconducibili alla sfera pelvica, con implicazioni nell’area genitale. Come per la donna, però, anche per l’uomo il pavimento pelvico è di vitale importanza. Muscoli, tendini e ossa creano una struttura complessa in grado di rendere stabile la nostra postura, di farci camminare e di espletare tutte le principali funzioni fisiologiche.
Il dolore pelvico maschile si declina in diverse patologie, come prostatite, pubalgia e nevralgia del pudendo. Proprio a causa della maggior difficoltà degli uomini nel condividere con il medico di base le problematiche fisiche risulta spesso ancora più difficile arrivare ad una diagnosi, che è il primo vero passo verso la guarigione.
Malattie pelviche maschili: quando la prostatite diventa invalidante
La prostatite è una condizione dolorosa e invalidante che coinvolge un’importante ghiandola genitale per l’uomo, ovvero la prostata, dalla cui salute dipende la produzione del liquido spermatico. Fra le malattie pelviche maschili la prostatite è senza dubbio una delle più frequenti. Questa infiammazione, però, può avere diverse cause. Scoprirne l’origine è fondamentale per giungere ad una diagnosi accurata e intraprendere una terapia risolutiva.
In caso di prostatite acuta o di natura batterica sarà fondamentale un esame delle urine o un esame colturale dello sperma, in grado di individuare la presenza di batteri. La terapia suggerita è in genere di tipo farmacologico e prevede antibiotici, ovviamente a seguito di una prescrizione medica.
Quando i sintomi della prostatite si ripresentano con frequenza, per periodi lunghi e in assenza di riscontri clinici ci si trova in presenza di una prostatite cronica, una manifestazione del dolore pelvico cronico. In questo caso la terapia farmacologica si rivela inutile, anzi deleteria mentre si rende necessario un intervento integrato transdisciplinare per indagare le possibili cause fisiologiche senza trascurare i risvolti psicologici.
Prostata ingrossata: i sintomi a cui prestare attenzione
Oltre alla prostatite questa importante ghiandola può essere colpita da altre patologie, fra cui la più comune è l’ipertrofia prostatica benigna, meglio nota come prostata ingrossata. Si manifesta negli uomini, a partire dai 50 anni di età, e nei casi più semplici non diventa patologica ma si spiega come un fenomeno fisiologico connaturato con l’avanzare dell’età.
I sintomi ad essa collegati sono: bruciore e difficoltà nella minzione (flusso debole o intermittente), pollachiuria(esigenza di urinare molto frequentemente), nicturia (bisogno di urinare spesso durante la notte). Questo accade poiché l’ingrossamento della prostata comprime il canale dell’uretra, che si trova al suo interno: nei casi più gravi, infatti, l’occlusione dell’uretra comporta l’impossibilità di urinare e può
Alla comparsa di uno di questi sintomi è fondamentale rivolgersi al proprio medico curante, poiché se trascurata l’infiammazione che ha originato l’ingrossamento della prostata può degenerare provocando ulteriori problemi.
Pubalgia e dolore cronico: fondamentale una diagnosi precoce
Il termine pubalgia indica quello che in medicina viene chiamata sindrome retto addutoria, una condizione patologica che coinvolge i muscoli adduttori e retto addominale rendendo difficoltosi i movimenti nella zona pelvica inguinale, soprattutto in relazione agli arti inferiori.
Un luogo comune, duro a morire, tende a mettere in relazione tale patologia con la pratica sportiva, in special modo per determinate attività in cui viene sollecitata con frequenza la zona della sinfisi pubica, l’inguine e l’interno coscia.
Accanto alle possibili manifestazioni di questa condizione patologica in relazione a eventi traumatici improvvisi (cadute o contusioni) esiste una particolare occorrenza per la pubalgia, quando si manifesta come un sintomo della neuropatia del nervo pudendo.
Neuropatia del nervo pudendo: un nemico invisibile
La neuropatia del pudendo è una patologia afferente alla sindrome del dolore pelvico cronico, che implica un trauma al nervo pudendo (uno stiramento o una lesione). La sua vitalità è alla base di tutte le principali funzioni fisiologiche collegate alla pelvi, vescica, intestino, organi sessuali e corretta postura.
La nevralgia del nervo pudendo è una delle patologie più difficili da diagnosticare poiché le sue manifestazioni sono le più varie. Il paziente riferisce dolori e fastidi, in diversi punti dell’area del coccige e del pube. I sintomi variano anche per intensità e frequenza: talvolta si manifesta una sensazione di pesantezza in area pelvica, talvolta un bruciore durante la minzione, talvolta ancora una sensazione come di scossa quando ci si siede.
Il dolore può presentarsi in posizione seduta, eretta, da sdraiati, durante la defecazione, la minzione o l’attività sessuale e inficia alcune delle più semplici attività quotidiane. Talvolta un cambio di posizione ne riduce l’intensità o ne determina una modificazione nella percezione.
La certezza della diagnosi può arrivare solo in presenza di un esame, lo studio neurofisiologico pelvi-perineale, che consente di individuare l’eventuale lesione del nervo pudendo, l’esatta localizzazione e la gravità, con la conseguente prognosi che in rari e gravi casi può necessitare una correzione chirurgica.
Al Centro della Pelvi grazie al metodo Malaguti Lamarche che unisce neurologia e osteopatia abbiamo aiutato a guarire oltre 7000 pazienti, con una diagnosi accurata e una terapia personalizzata in grado di sconfiggere la causa, silenziando il dolore ed evitando le ricadute.