Come combattere la stitichezza
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Stitichezza: il disturbo della defecazione
La stitichezza o stipsi è un disturbo della defecazione che consiste in una difficoltà a svuotare in tutto o in parte l’intestino, espellendo le feci.
“Come combattere la stitichezza” è una delle ricerche più gettonate sui portali di consigli medici, proprio a testimonianza della diffusione di questo disturbo che nei casi più gravi può diventare molto invalidante, rendendo necessario l’utilizzo di dispositivi come clisteri o l’assunzione di farmaci lassativi per favorire l’evacuazione.
Un problema che colpisce indistintamente bambini (in percentuali basse fra il 3 e il 10%), adulti sopra i 65 anni (fino al 40%), donne in gravidanza (quasi una su due).
Da un punto di vista medico esistono delle particolari condizioni cliniche che possono diventare cause di stitichezza, come ostruzione intestinale; malattie neurologiche (ictus, sclerosi multipla, inertia coli); ancora neuropatie (neuropatia del pudendo, neuropatia dei nervi sacrali, neuropatia diabetica, sindrome della cauda equina; ipotiroidismo e altre problematiche ormonali. Molto spesso, però, le cause della stipsi anche cronica vanno ricercate in stili di vita scorretti.
Una dieta inadeguata, povera di fibre, di sali minerali o la scarsa idratazione; il cambiamento delle abitudini legate ai viaggi o periodi di trasferta per lavoro; irregolarità nella assunzione dei pasti; vita sedentaria e ridotta attività fisica anche a seguito di malattie o infortuni.
Esiste poi una condizione specifica legata alla gravidanza, in cui la stipsi si manifesta per cause fisiologiche: lo schiacciamento e spostamento degli organi interni, dovuti alla crescita dell’utero e del feto, provocano una minor mobilità intestinale a cui si deve aggiungere la frequente assunzione di multivitaminici contenenti anche ferro, tipici del periodo gestazionale, che proprio fra gli effetti collaterali può provocare l’indurimento delle feci.
Molti dei sintomi della stitichezza sono relativi alla zona pelvica e possono essere dolorosi e provocare imbarazzo e vergogna in chi ne soffre. Dolori addominali, dolori anali, rettali e perineali, meteorismo (flatulenza e aerofagia), gonfiore addominale, coliche intestinali. Una sintomatologia specifica è relativa alla sindrome dell’intestino irritabile in cui spesso la stipsi acuta si alterna a episodi di dissenteria.
Talvolta anche avere una regolarità di evacuazione giornaliera non esenta dalla stipsi, poiché può capitare che l’evacuazione sia comunque molto dolorosa e provochi sanguinamento o la comparsa di emorroidi. Anche in questi casi si parla dunque di stipsi ostinata. Insieme alla stitichezza possono insorgere simultaneamente altri disturbi, come cefalee, insonnia, difficoltà digestive, inappetenza o alitosi proprio a causa della scarsa mobilità dell’intestino e del lungo permanere delle feci che causano intossicazione da sostanze chimiche intestinali.
Al primo manifestarsi della stitichezza è utile modificare il proprio stile di vita, soprattutto dal punto di vista della dieta. Occorre bere almeno 2 litri di acqua al giorno e di consumare frutta e verdura ricche di fibre per almeno 5 porzioni al giorno, preferire cereali integrali, evitare il consumo di alcolici e zuccheri raffinati. Questi sono semplici rimedi contro la stitichezza consigliati in generale per prevenirla. Fare attività fisica, inoltre, aiuta a mantenere “allenato” anche l’intestino. Se nonostante il cambio di dieta la sintomatologia sopradescritta si presenta in maniera constante per un periodo superiore a 3 mesi si parla di stipsi cronica.
Saltuariamente, in caso di stitichezza acuta si può ricorrere all’utilizzo di farmaci specifici come i lassativi, ovviamente non prima di aver consultato il proprio medico curante. Molti rimedi naturali per la stipsi implicano l’assunzione di tisane e decotti a base di erbe, come camomilla, malva, melissa o liquirizia. Può essere utile, anche, un massaggio all’intestino con movimenti circolari in senso orario che ne stimolano la mobilità. In tutti i casi in cui la stipsi è, invece, collegata ad altre patologie o il cambio di dieta e di stile di vita non porti alcun risultato è utile approfondire la diagnosi con un approccio integrato per elaborare una terapia personalizzata che tenga in considerazione le specifiche del singolo paziente.
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