Sentiamo sempre più spesso parlare di medicina funzionale, ma cosa significa davvero questo termine? Innanzi tutto, di medicina funzionale si è cominciato a parlare a partire dagli anni Sessanta del secolo scorso.
In estrema sintesi la medicina funzionale si occupa delle funzioni corporee nel loro insieme: per mantenere o ripristinare lo stato di salute e benessere, occorre tenere conto di tutte le connessioni fisiologiche, biologiche, neurologiche, biochimiche e psichiche del nostro organismo.
Per la Medicina Funzionale, infatti, non basta fermarsi ai singoli organi, ma bisogna comprendere il funzionamento dei meccanismi di interazione fra i vari apparati del corpo umano, sorpassando i “classici” confini anatomici disegnati dalla medicina allopatica.
Quindi, sì: la medicina funzionale pone l’accento sull’interazione funzionale fra i diversi aspetti che regolano lo stato di salute. Ma questo è un punto che spesso viene frainteso: molti credono che la medicina funzionale “abbassi” la visione del corpo “meccanica”, riducendolo a una serie di ingranaggi che devono incastrarsi e lavorare insieme.
La biomeccanica è senza dubbio fondamentale nella visione funzionale della medicina, ma gli “ingranaggi” che devono essere oliati per far funzionare la nostra salute non sono soltanto quelli dell’apparato muscolo-scheletrico: si tratta invece di tutti quegli elementi che concorrono a stabilire lo stato di salute: il patrimonio genetico, certo, ma anche lo stile di vita, la dieta, l’ambiente, il comportamento, le strutture sociali che circondano il paziente. Ricordiamo infatti che l’OMS definisce la Salute come “uno stato di totale benessere fisico, mentale e sociale” e non semplicemente “assenza di malattie o infermità”.
Alla base di tutto c’è la corretta diagnosi, che può essere ottenuta solo attraverso la raccolta di un’anamnesi completa volta a conoscere profondamente la storia del paziente nei minimi dettagli, dettagliandola con esami diagnostici, radiografie, ecografie. I primi passi sono sempre quelli della “medicina d’organo”, che si concentra su singoli apparati. Per un dolore all’anca, prima si va dall’ortopedico; per disturbi all’apparato genitale, dal ginecologo o dall’andrologo. Quando lo specialista d’organo non riesce a trovare una terapia adeguata, allora è il caso di affrontare la patologia in una prospettiva diversa: una prospettiva funzionale, che vada oltre i confini dell’approccio allopatico.
La medicina funzionale, dunque, mira al ripristino delle funzioni fisiologiche attraverso l’eliminazione dei fattori che possono aver scatenato l’insorgere della patologia. Il principale focus è, quindi, risolvere una disfunzione e non silenziare il sintomo. Si tratta di scardinare il concetto per cui la terapia debba silenziare il sintomo, andando a cercare la vera causa per intervenire su quella.
Un esempio pratico che può aiutare a comprendere la diversità di approccio riguarda il mal di testa.
L’emicrania ha molte forme e può avere le più svariare cause. Quando un paziente ha un attacco di emicrania si interviene sul sintomo, in genere con una medicina che sopprime il dolore. Nei casi più gravi ci si rivolge a un neurologo, che però, molto spesso, può solo cambiare la cura.
La medicina funzionale punta invece a individuare la causa profonda dell’insorgere dell’emicrania.
Attraverso la diagnosi integrata quindi la medicina funzionale indagherà tutte le possibili cause dell’emicrania. Cause che possono davvero essere le più sorprendenti. Perché se è risaputo che una postura sbagliata può essere motivo scatenante per un’emicrania muscolo tensiva o ancora una frequente insonnia, è meno chiaro ai pazienti che talvolta la causa va ricercata, per esempio, nella poca motilità intestinale.
Compito della medicina funzionale è proprio arrivare ad una diagnosi il più precisa possibile, al fine di individuare una terapia integrata che possa risolvere la causa della disfunzione che origina il mal di testa.
Medicina funzionale: la terapia integrata
Altra peculiarità della medicina funzionale è l’aspetto preventivo. Ripristinare o mantenere la piena funzionalità degli apparati serve, infatti, a stare bene, e a insegnare al corpo ad attivare dei meccanismi di regolazione che possono compensare le disfunzioni.
La medicina funzionale cambia il paradigma anche dal punto di vista della terapia. Una terapia integrata in cui possono convergere un cambio di regime alimentare, fisioterapia, osteopatia, farmaci e psicoterapia. Questo il motivo per cui l’approccio di medicina funzionale è il più indicato per risolvere le patologie croniche, ovvero quelle che presentano sintomi ricorrenti.
L’approccio funzionale non va inteso come alternativo o in conflitto con la medicina tradizionale né con quella curativa. Occorre sottolineare, piuttosto, che la medicina funzionale si focalizza sulla prevenzione primaria, privilegiando la visione d’insieme dell’individuo al fine di promuovere un intervento terapeutico mirato che valuti nell’insieme i fattori sopracitati come il patrimonio genetico, certo, ma anche lo stile di vita, la dieta, l’ambiente, il comportamento, le strutture sociali.
L’obiettivo della medicina funzionale dal punto di vista della prevenzione è quello di insegnare al paziente a riconoscere i segni di una possibile futura disfunzione, per intervenire tempestivamente e in modo adeguato, ripristinando le funzioni fisiologiche e correggendo ove opportuno le abitudini e lo stile di vita.
Medicina funzionale: che cosa cura
I maggiori benefici dall’approccio di medicina funzionale integrata si hanno nella cura di patologie croniche e problemi sistemici che inficiano la qualità della vita e spesso necessitano di una modificazione dello stile di vita e delle abitudini alimentari.
Rientrano in questa categoria molte patologie croniche che sono diventate gravose per molta parte della popolazione e rappresentano dunque una minaccia alla loro salute e benessere, in virtù di un progressivo allungamento della durata della vita.
L’approccio funzionale e integrato è utile in molti casi di patologie legate alla pelvi proprio perché si tratta di intervenire non su un singolo organo ma su un insieme di apparati collegati fra loro da funzioni neurologiche e fisiologiche interconnesse, il cui equilibrio è alla base del benessere.
Per la medicina funzionale ogni caso e ogni paziente è un unicum, necessita di una diagnosi e di una terapia personalizzata e a misura che possa verosimilmente integrare gli strumenti della medicina tradizionale con quelli complementari: solo per citare alcuni esempi, l’osteopatia o le terapie psicosociali.